Inquadramento livello superiore.

TRIBUNALE DI MILANO – Sez. Lav. – 02 marzo 2021 n. 2211/2020 – Giudice Dott.ssa Rossella Chirieleison

Massima:

Il procedimento logico giuridico diretto alla determinazione dell’inquadramento di un lavoratore si sviluppa in diverse fasi: in primo luogo occorre valutare le attività lavorative in concreto svolte dal lavoratore, in secondo luogo individuare le qualifiche ed i gradi previsti dal contratto collettivo di categoria, da ultimo raffrontare i risultati della prima indagine con la normativa contrattuale di riferimento individuata nella seconda fase. Ciò posto, ove ai fini dell’inquadramento superiore assuma rilevanza l’autonomia operativa ed i margini di discrezionalità di cui gode il lavoratore nello svolgimento delle proprie mansioni, occorre che gli stessi siano connotati da caratteri di significatività per assumere rilevanza.  Inoltre, è onere del lavoratore allegare al ricorso le specifiche competenze nonché le circostanze da cui risulti un superiore inquadramento professionale.  

Nota:

La pronuncia suindicata, agli atti dello scrivente Studio, afferisce la pretesa di una lavoratrice di vedersi riconosciuto un inquadramento superiore in ragione dell’asserito svolgimento di mansioni ed attività caratterizzate da ampi margini di discrezionalità ed autonomia operativa, elementi propri del preteso livello superiore.

Il giudice con la pronuncia in esame ha ritenuto il ricorso non meritevole di accoglimento in assenza di specifiche e puntuali allegazioni e di elementi probatori comprovanti non solo la rivendicata autonomia operativa della ricorrente, ma altresì le specifiche competenze tecniche e professionali richieste dal CCNL ai fini dell’inquadramento nel livello in questione.